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TRAINING AUTOGENO: BENEFICI PER GLI SPORTIVI

Nel panorama dello sport contemporaneo, in cui la preparazione atletica e tecnica ha
raggiunto livelli altissimi di specializzazione, cresce sempre più l’attenzione verso le
risorse psicologiche dell’atleta. In particolare, il training autogeno rappresenta uno
strumento efficace e versatile che può accompagnare l’atleta lungo tutte le fasi del suo
percorso: dalla preparazione alla competizione, dal recupero dopo un allenamento fino
alla riabilitazione in seguito a un infortunio.
Il training autogeno, elaborato dal medico tedesco Johannes Heinrich Schultz, è una
tecnica di rilassamento basata sull’autosuggestione, che consente alla persona di
raggiungere, attraverso specifiche formule mentali, uno stato di distensione profonda. La
pratica regolare del training autogeno stimola il sistema nervoso parasimpatico,
promuovendo una riduzione della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della
tensione muscolare. Questo stato fisiologico di rilassamento è accompagnato da un
senso di calma mentale che favorisce la concentrazione, la regolazione delle emozioni e
il recupero delle energie psicofisiche.
Nel contesto sportivo, l’efficacia del training autogeno si esprime in diversi ambiti.
Innanzitutto, la sua utilità nel migliorare la performance è stata evidenziata da diversi studi
che mostrano come gli atleti, attraverso la pratica costante, riescano a gestire meglio
l’ansia da prestazione, a regolare l’arousal e a incrementare la capacità attentiva. Il
raggiungimento di uno stato di calma vigile, che precede la prestazione, consente
all’atleta di entrare nel cosiddetto stato di “flow”, ottimizzando l’esecuzione tecnica e il
rendimento complessivo. La maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle
sensazioni interne permette inoltre una lettura più fine degli stimoli esterni, vantaggio
competitivo rilevante in molti sport.
Ma il valore del training autogeno non si esaurisce nella preparazione mentale alla gara.
Un altro ambito in cui questa tecnica trova largo impiego è il recupero post-allenamento.
L’atleta sottoposto a carichi intensi ha bisogno di tempi e modalità adeguate per
rigenerare l’organismo e prevenire sovraccarichi o infortuni. In questo senso, il training
autogeno si configura come una strategia efficace per ridurre lo stress fisiologico
accumulato, favorire il rilassamento muscolare e migliorare la qualità del sonno, elemento
fondamentale per il recupero. La possibilità di rilassarsi profondamente in tempi
relativamente brevi consente all’atleta di affrontare meglio le sessioni successive,
preservando energie e lucidità mentale. Alcune ricerche hanno sottolineato come
l’inserimento del training autogeno all’interno della routine settimanale possa contribuire
a ridurre la percezione della fatica e a migliorare la resilienza agli stimoli stressanti tipici
dell’agonismo.
Un ulteriore ambito di applicazione, forse meno conosciuto ma di grande rilevanza,
riguarda la riabilitazione psicologica e fisica dopo un infortunio. Gli infortuni
rappresentano momenti critici nella vita dell’atleta, non solo per l’impatto sul corpo, ma
anche per le ripercussioni psicologiche: senso di frustrazione, paura del rientro, calo della
motivazione e, in alcuni casi, veri e propri stati depressivi. Durante il periodo di stop
forzato, il training autogeno può diventare un alleato importante, aiutando l’atleta a
mantenere un contatto positivo con il proprio corpo e ad affrontare in modo più sereno la
fase riabilitativa. L’effetto rilassante e antalgico della pratica, unito alla possibilità di ridurre
lo stress e le preoccupazioni legate al rientro, permette di sostenere l’atleta anche sul
piano emotivo. Inoltre, se integrato con esercizi di imagery motoria, il training autogeno
può contribuire a mantenere vivo il legame con il gesto tecnico e con l’identità sportiva
dell’atleta, riducendo il rischio di distacco psicologico dallo sport.
In conclusione, il training autogeno si presenta come una tecnica semplice ma potente,
capace di accompagnare l’atleta nelle fasi fondamentali della sua esperienza sportiva.
Non si tratta solo di un metodo di rilassamento, ma di un vero e proprio strumento di
autoregolazione che consente di coltivare uno stato di armonia tra corpo e mente. In
un’epoca in cui l’efficacia della prestazione dipende sempre più dall’equilibrio tra
dimensione fisica, mentale ed emotiva, il training autogeno si conferma una risorsa
preziosa per promuovere benessere, prevenire il burnout e sostenere la crescita
dell’atleta, dentro e fuori dal campo.
A cura della Dott.ssa Elena Graffi Brunoro
Dott. Alessandro Bargnani | CEO CISSPAT LaB
Bibliografia
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