Gazzetta Psicologi Dello Sport
La Mental Toughness (forza, tenacia, durezza mentale, MT) è un costrutto che ha ricevuto un notevole interesse da parte dei ricercatori nell’ultimo ventennio, soprattutto nell’ambito della psicologia dello sport. La MT è stata spesso associata alle peak performance sportive o utilizzata come sinonimo di determinazione e resilienza (Moran, 2004).
Con il termine MT si intende la capacità di ottenere costantemente buone performance (cognitive e motorie) nonostante le richieste elevate, pressioni e stress derivanti dalla pratica sportiva e non, che l’atleta deve imparare a gestire per raggiungere prestazioni efficaci. Ecco che, le abilità mentali dell’atleta risultano essere un fattore fondamentale, accanto a quelle fisiche, tecniche e tattiche proprio perché la differenza tra vittoria e sconfitta è spesso determinata da fattori come le strategie che l’atleta seleziona, le capacità di performare sotto pressione o risollevarsi dalle avversità, lo stato d’animo e, quindi, dalla sua attività mentale (Orlick & Partington 1988).
Da questi presupposti si evince come la MT sia importante nella performance e sia strettamente collegata allo sviluppo di costrutti psicologici quali:
- Motivazione [Gucciardi, Gordon & Dimmock (2009)]
- Strategie di coping adeguate [Fourie & Potgieter (2001)]
- Goal setting [Gucciardi et al., (2009)]
- Regolazione dell’arousal [Gucciardi et al., (2009)
- Gestione dell’ansia da competizione [Clough, Earle & Sewell (2002)]
- Capacità di imagery [Gucciardi et al., (2009)]
- Alta soglia del dolore [Podlog & Eklund (2006)
- Bassa incidenza di infortuni [Levy, Clough, Polman, Marchant & Earle (2005)]
- Recupero veloce [Levy et al., (2005)]
Ad esempio, un atleta con una buona MT regola il suo stato di attivazione o arousal, e capisce come e quanto attivarsi psico-fisicamente prima della prestazione in modo da raggiungere il massimo delle proprie potenzialità nel momento richiesto. Un atleta in grado di mettere in campo queste capacità, si sentirà concentrato e avrà un buon senso di benessere e di autoefficacia, si sentirà colmo di energia psico-fisica, motivato e focalizzato sull’obiettivo e, quando il coach per esempio lo chiamerà al cubo del cambio, sarà pronto a giocare la sua eccellente partita.
Dagli studi di Jones e colleghi (2002) si nota che un atleta mentalmente “tought” è dotato di alcune caratteristiche:
- Capacità di riprendersi da batture d’arresto incrementando la propria determinazione al successo;
- Possedere un’incrollabile fiducia nelle proprie capacità di raggiungere i propri obiettivi definiti dal “goals setting” personale;
- Desiderio interiorizzato e insaziabile di ottenere successo nelle prestazioni e nella vita;
- Incontrollabile convinzione di possedere abilità e qualità uniche che li distinguono dagli avversari;
- Capacità di rimanere concentrati solo sugli stimoli salienti della competizioni e distogliere il focus dalle distrazioni interne/esterne;
- Possedere una “presenza” che colpisce gli avversari;
- Non farsi influenzare negativamente dalle prestazioni positive o negative altrui;
- Accettare l’ansia da competizione affrontandola e sapendola sfruttare a proprio vantaggio;
- Prosperare di fronte allo stress e alla pressione della competizione;
- Capacità di riacquistare velocemente il controllo se perso inaspettatamente;
- Respingere il dolore fisico ed emotivo.
Ma come si misurano nell’atleta tutte queste caratteristiche mentali applicate alla performance? Sulla base di indagini qualitative preliminari sono stati costruiti diversi strumenti psicometrici classificabili in due categorie:
1) STRUMENTI SPORT SPECIFICI es. “Australian football Mental Toughness Inventory (AfMTI), [Gucciardi, (2009)]”
2)STRUMENTI SPORT GENERALI: es. “Sports Mental Toughness Questionnaire (SMTQ) [Sheard, (2009)]”
Questi sono due esempi che permettono di verificare se l’atleta che si ha difronte possiede le qualità, le caratteristiche della Mental Thoughness oppure no, permettendo quindi allo psicologo dello sport di lavorare su eventuali carenze/mancanze anche con l’aiuto dello staff al completo.
ADVICE
Oltre ad avere delle abilità psicologiche intrinseche, la ricerca suggerisce l’importanza del supporto dell’allenatore nello sviluppo della MT, il quale stimola l’atleta ad uscire dalla sua confort zone e crea situazioni di “scomodità” (Cook et al., 2014) dove l’atleta deve mettere in atto strategie rapide di problem-solving per far fronte a situazioni di difficoltà elevata in modo da poter essere più preparato in situazione di gioco o competizione.
Questo fa sì che quest’ultimo sviluppi un senso di autonomia, in linea con la teoria dell’autodeterminazione (Ryan & Deci, 2000) per la soddisfazione dei bisogni psicologici di base associati ad un funzionamento ottimale dell’atleta che porterà quest’ultimo ad essere più pronto, sia da un punto di vista motorio, sia cognitivo alla competizione.
BIBLIOGRAFIA
Clough, P., Earle, K., & Sewell, D. (2002). Mental toughness: The concept and its measurement. In I. Cockerill (Ed.), Solutions in sport psychology (pp. 32-45). London: Thomson.
Cook, C., Crust, L., Littlewood, M., Nesti M., & Allen-Collinso, J. (2014) What it takes: perceptions of mental thoughness and its development in an English Premier League soccer academy. Qualitative Research in Sport, Exercise and Health, 6, 329-347.
Fourie, S., & Potgieter, J. R. (2001). The nature of mental toughness in sport. South African Journal for Research in Sport, Physical Education and Recreation, 23, 63-72.
Gucciardi, D. F., Gordon, S. & Dimmock, J. A. (2009c) Evaluation of a mental toughness training program for youth aged Australian footballers: I. A Quantitative Analysis, Journal of Applied Sport Psychology, 21:3, 307-323.
Gucciardi, D. F., Gordon, S., & Dimmock, J. A. (2009b). Development and preliminary validation of a mental toughness inventory for Australian football. Psychology of Sport and Exercise. 10: pp. 201-209.
Jones, G., Hanton, S., & Connaughton, D. (2002). What Is This Thing Called Mental Toughness? An Investigation of Elite Sport Performers. Journal of Applied Sport Psychology, 14, 205-218.
Levy, A., Clough, P., Polman, R., Marchant, D., & Earle, K. (2005). Mental toughness and injury occurrence in elite swimming. Journal of Sports Sciences , 11 , 1256-1257.
Moran, A. (2004). Sport and exercise psychology: A critical introduction. Hove, England: Routledge;
Orlick, T., & Partington, J. (1988). Mental links to excellence. The Sport Psychologist, 2, 105-130
Podlog, L., & Eklund, R. C. (2006). A longitudinal investigation of competitive athletes’ return to sport following serious injury. Journal of Applied Sport Psychology , 18 , 44-68.
Ryan, R. M., & Deci, E. L. (2000). Self-determination theory and the facilitation of intrinsic motivation, social development, and well-being. American Psychologist, 55, 68–78.
Sheard, M. (2009). A cross-national analysis of mental toughness and hardiness in èlite university rugby leagues teams. Perceptual and Motor Skills, 109: 213-23.
A cura della Dott.ssa Stefania Lucia, Psicologa e Psicologa dello Sport, Phd-Student presso il dipartimento di “Neuroscienze del Movimento Umano e dello Sport”
Dott. Bargnani Alessandro Ceo CISSPAT LAB