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Dual career. “Prima il dovere e poi il piacere”, ma perché non insieme?
- 19 maggio 2025
- Posted by: amministratore
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Chi è stato un atleta in età adolescenziale o chi ha figli in questa situazione si sarà detto o avrà sentito la frase “ma se lasciassi la scuola per diventare un professionista nel mio sport?”. Per citarne alcuni: LeBron James, Lionel Messi e Rafael Nadal. Alcuni direbbero che loro sono speciali, che sono anche unici, però chi ci conferma che il prossimo Cristiano Ronaldo non stia seduto ad un banco ad immaginare come tirerebbe il rigore decisivo al 93” per vincere la Champions League?
Prendere esempi così specifici può risultare riduzionistico, ma negare l’evidenza sarebbe come mettersi dei paraocchi. Per quanto non sia un concetto nuovo, non tutti sanno dell’esistenza della dual career, un approccio che permette di conciliare le due esperienze, ma anche un’iniziativa portata avanti da tantissimi enti tra cui anche l’Unione Europea che punta a trovare un equilibrio tra carriera sportiva ad alto livello e la formazione accademica o professionale degli atleti.
Secondo la definizione data da Vidal-Vilaplana et al. (2022) la dual career è “Il processo di combinare la carriera sportiva con una carriera accademica o lavorativa”, questo viene fatto prioritizzando l’una o l’altra in momenti diversi a seconda delle richieste di ciascun mondo.
Seguendo questo pensiero la dual career può essere di due tipi: convergente o parallela.
Nel primo caso una delle due carriere ha la priorità sull’altra, ad esempio in istituti e università che supportano gli atleti-studenti, quest’ultimi possono programmare interrogazioni e verifiche cosi da non pesare troppo in periodi importanti della carriera da professionista, come un playoff. In questo tipo di carriera uno dei due mondi viene lasciato leggermente indietro in favore dell’altro, il modo in cui viene fatto è calcolato, così che possa non essere un peso eccessivo quando l’atleta-studente dovrà portare la carriera in pari.
Nella dual carrier parallela invece sia lo studio che lo sport vengono trattati equamente, ci sono delle modifiche negli orari di scuola o di allenamento per permettere all’atleta di partecipare ad entrambe e non ci sono squilibri o prioritizzazioni importanti.
La motivazione più grande per la nascita di enti e iniziative a supporto di atleti-studenti è quella di diminuire la percentuale di dropout accademico, dando così anche alle persone che per un motivo o per un altro non riuscissero a diventare il Kobe Bryant del loro sport di avere altre alternative; dall’altra parte è un modo per poter far crescere dei talenti, che magari, verrebbero messi da parte per la paura di cosa succederebbe se dopo aver lasciato la scuola non riuscissero a vivere facendo gli atleti.
Dalle ricerche sull’argomento è emerso che questa dinamica non è avere due vite separate; soprattutto perché, un topic molto importante che viene portato dalle persone che aiutano, guidano e supportano gli atleti-studenti, cioè i dual career support providers (DCSP), è quello delle abilità trasversali. Abilità trasversali che vengono apprese da entrambi i mondi che si intersecano tra di loro: la gestione del tempo che si impara con le interrogazioni programmate, i compiti da fare entro un certo giorno, poi viene utilizzata nella vita sportiva con le diverse scadenze del mondo competitivo come partite, allenamenti, playoff e cambi stagionali; dall’altra parte, l’imparare ad essere nel qui ed ora in un dato momento che si impara performando sul campo in quella data e in quel posto può essere trasferito ad una performance accademica come un esame.
Altri punti a favore della dual career possono essere divisi in breve e lungo termine. A breve termine abbiamo il potenziamento dell’identità e di capacità come multitasking, resilienza, gestione dello stress, autoefficacia. Mentre a lungo termine, gli atleti che hanno condotto una dual career possono vantare una maggiore occupabilità dopo la carriera sportiva e una identità più forte che riduce il rischio di crisi post-ritiro.
Ma cosa sono i dual career support provider citati in precedenza? Sono dei punti di riferimento, molto spesso psicologi, psicologi dello sport e / o psicoterapeuti che dopo essersi formati tramite i centri dedicati fanno da consulenti per gli atleti-studenti e le loro famiglie, in modo da educare il nucleo famigliare a condurre al meglio il binomio.
In Europa ci sono già strutture come il Centro Universitario Sportivo Italiano (CUSI) e il Centre for Elite Sports and Education ad Amsterdam che offrono questo tipo di servizio.
Al momento non esiste una qualifica unica e obbligatoria in Europa, ma sono stati creati degli enti che forniscono linee guida e corsi formativi a riguardo, progetti europei come Dual Career for Athletes Competence (DC4AC) o EMPATIA; questi progetti, come tanti altri, si basano sulle linee guida sulla dual career proposti dall’Unione Europea nel 2012.
Sempre seguendo le linee guida proposte, alcune tecniche e strumenti utilizzati dai dual career support provider sono: piani individualizzati (ISP), tutoring accademico e follow-up scolastico, consulenza psicologica e orientamento professionale, time management e life skill training, mentoring tra pari e collaborazione tra le diverse entità in campo (club, scuole, università e famiglie).
Ulteriormente, sono stati analizzati 4 fattori su cui i DCSP dovrebbero soffermarsi quando lavorano con un’atleta-studente: pianificazione della carriera, gestione della dual career, intelligenza sociale e consapevolezza emotiva. Un punto molto importante su cui si basa questo approccio è quello di rendere le persone indipendenti, lasciandole gestire le loro sfide ma dando gli strumenti per risolverle; dando supporto e non risposte.
Purtroppo c’è sempre un secondo lato della medaglia, nonostante si faccia di tutto per promuovere questo tipo di servizi e che lo si faccia nel miglior modo possibile, il mantenere anche in modo alterno due carriere simultaneamente comporta dei rischi. Uno tra alcuni, il sovraccarico dell’atleta-studente, che poi può portare a burnout dato dal dover bilanciare molti impegni in una giornata di sole 24 ore. Una seconda problematica importante sono le sfide logistiche e organizzative di dover partecipare sia a degli appuntamenti accademici che sportivi, entrambe con le loro scadenze e le loro richieste; se la scuola / università si trova lontana o non c’è un trasporto efficiente tra questi luoghi e il centro dove la persona gioca e si allena, questo può essere un grandissimo ostacolo alla buona riuscita della dual career.
Nonostante ciò abbiamo diversi esempi anche nostrani di dual career di successo a tutto tondo. Matteo Fallucca, giocatore della squadra Luiss Basket in Serie A2, rappresenta un esempio emblematico di dual career in Italia. Nell’intervista rilasciata all’Università Luiss, Fallucca racconta le sfide e le soddisfazioni nel conciliare una carriera sportiva ad alto livello con gli studi accademici, sottolineando l’importanza della determinazione e della gestione del tempo per affrontare gli impegni sportivi e universitari. Un altro esempio lo possiamo trovare all’Università Cattolica di Roma, che promuove attivamente la dual career attraverso programmi dedicati che offrono tutoraggio, flessibilità didattica e supporto psicologico. Nell’intervista a Nicolò Tomaselli, atleta di basket in carrozzina e studente di psicologia, emergono le sfide e le strategie adottate per conciliare sport e studio.
In conclusione, la carriera da dual career support provider è molto specializzata ma offre molti spunti di riferimento e opportunità reali; ideale per chiunque sia un amante dello sport e che vorrebbe puntare ad utilizzare lo sport come mezzo far crescere come persone e non soltanto per sognare il risultato o la performance.
A cura del dott. Emanuele Conti.
Referenze
Robnik, P., Kolar, E., Strumbelj, B., & Ferjan, M. (2022). Dual Career Development Perspective: Factors Affecting Quality of Post-sport Career Transition of Employed Olympic Athletes. Frontiers in Psychology, 12. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2021.800031.
Vidal-Vilaplana, A., Valantine, I., Staškevičiūtė-Butienė, I., González-Serrano, M., Capranica, L., & Calabuig, F. (2022). Combining sport and academic career: Exploring the current state of student-athletes’ dual career research field. Journal of Hospitality, Leisure, Sport & Tourism Education. https://doi.org/10.1016/j.jhlste.2022.100399.
www.cusi.it/dual-career/
https://ec.europa.eu/assets/eac/sport/library/documents/dual-career-guidelines-final_en.pdf
https://www.unicatt.it/uc/sport-tecnico-sportiva-la-dual-career-in-trasferta-ai-cnu
Dual Career: l’esperienza di Matteo Fallucca tra Basket e Luiss
https://www.unicatt.it/uc/sport-programma-dual-career-tomaselli-come-il-basket-mi-ha-cambiato-la-vita