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Adolescenza, sport e disturbi alimentari: un equilibrio delicato
- 26 maggio 2025
- Posted by: carlotta.ferrari01
- Categoria: Articoli

L’adolescenza è una fase di profondo cambiamento fisico e psicologico. Il corpo si trasforma rapidamente: cambia la voce, cresce la peluria, si modificano le forme corporee. In questo periodo così sensibile, l’immagine corporea diventa un tema centrale, spesso carico di conflitti. Se a questo si aggiungono le pressioni dello sport competitivo, il rischio di sviluppare disturbi alimentari cresce in modo significativo.
Immagine corporea: tra accettazione e distorsione
L’immagine corporea non riguarda solo l’aspetto fisico, ma anche come percepiamo, pensiamo e sentiamo il nostro corpo. Possiamo distinguere due polarità:
• Immagine corporea positiva: è caratterizzata da accettazione del corpo (body acceptance), autostima (body esteem), apprezzamento delle sue funzionalità (body functionality), e senso di orgoglio (body pride). Un fattore chiave è anche la capacità di filtrare criticamente i messaggi dei media, spesso portatori di ideali irrealistici.
• Immagine corporea negativa: comprende due componenti: una percettiva, legata all’errata valutazione delle dimensioni corporee e una attitudinale, che include emozioni e pensieri spiacevoli su peso, forma corporea e altre caratteristiche fisiche. Queste convinzioni negative costituiscono l’insoddisfazione corporea.
Due modelli teorici aiutano a comprendere meglio questi processi:
• Il modello cognitivo-comportamentale di Cash distingue tra influenze distali (come famiglia, cultura, caratteristiche fisiche) e prossimali (esperienze recenti che riattivano pensieri negativi).
• Il modello tripartito (Keery e Thompson) evidenzia l’impatto di genitori, pari e media nella formazione dell’immagine corporea, in particolare durante l’adolescenza.
Sport e disturbi dell’alimentazione: un legame da non sottovalutare
Studi recenti mostrano che tra gli atleti, soprattutto adolescenti, la prevalenza di disturbi alimentari può raggiungere il 15-20%. Questi disturbi non solo compromettono la salute fisica, ma spesso portano a un calo della performance, a problemi psicologici e, nei casi più gravi, all’abbandono dell’attività sportiva.
Disturbi alimentari diffusi in ambito sportivo:
• Anoressia Nervosa (AN): caratterizzata da una restrizione alimentare estrema, paura intensa di ingrassare e un’immagine corporea distorta.
• Bulimia Nervosa (BN): abbuffate seguite da comportamenti compensatori (vomito autoindotta, esercizio eccessivo, digiuno). Ha un impatto rilevante sull’autostima.
• Disturbo da alimentazione incontrollata (BED): episodi ricorrenti di abbuffate senza comportamenti compensatori.
• Disturbo da dismorfismo corporeo (BDD): ossessione per difetti fisici percepiti (spesso inesistenti), che porta a comportamenti ripetitivi e compromissione della vita sociale.
• Dismorfismo muscolare: forma specifica di BDD, in cui l’individuo si percepisce troppo esile nonostante un corpo muscoloso. Questa condizione porta a allenamenti estremi, diete rigide e uso di supplementi.
• Ortoressia nervosa (ON): ossessione per per un’alimentazione sana, che sfocia in rigidità alimentare. Comune negli sportivi.
• Anoressia atletica (AA): restrizioni caloriche, paura di ingrassare e allenamenti eccessivi, anche senza una vera diagnosi di AN o BN. Legata più alla performance che all’estetica.
• Triade femminile dell’atleta: condizione clinica che coinvolge l’interazione tra tre elementi: bassa disponibilità energetica, amenorrea e osteopenia/osteoporosi.
• RED-S (Relative Energy Deficiency in Sport): Insufficienza energetica cronica che colpisce vari sistemi corporei (ormonale, metabolico, cardiovascolare, psicologico).
Valido per entrambi i sessi.
Classificazione degli sport a rischio
Non tutti gli sport presentano lo stesso livello di rischio. Alcune discipline risultano più esposte:
• Sport estetici (es. ginnastica artistica, danza, nuoto sincronizzato): enfatizzano la magrezza e l’apparenza. Le atlete sono più soggette a restrizioni alimentari, abbuffate e uso di metodi compensatori (lassativi, vomito autoindotto).
• Sport con categorie di peso (pugilato, lotta, canottaggio): spesso gli atleti maschi cercano di rientrare in categorie di peso inferiori ricorrendo a diete drastiche, disidratazione, anche a costo della salute.
Altri fattori di rischio includono: uniformi aderenti, pressioni da parte dell’allenatore, allenamenti intensi combinati a un apporto calorico insufficiente…
La sottile linea tra controllo e disturbo
Non tutti i comportamenti alimentari rigidi indicano necessariamente la presenza di un disturbo clinico. In realtà, si può pensare a un continuum che va da un’alimentazione funzionale e regolata, cioè sana e ben equilibrata, a comportamenti alimentari disfunzionali, che possono manifestarsi come eccessive restrizioni o preoccupazioni legate al cibo, fino ad arrivare ai disturbi alimentari veri e propri, che richiedono un intervento specialistico. Quando l’energia disponibile non è sufficiente a sostenere il corpo e la mente, si entra in una zona di rischio.
Il ruolo del perfezionismo e dell’autostima
Il perfezionismo nello sport può essere:
• Adattivo, se motiva a migliorarsi e porta soddisfazione.
• Disfunzionale, se genera ansia, insoddisfazione cronica, rigidità e focus ossessivo sugli errori. Spesso alla base troviamo esperienze familiari disfunzionali: genitori molto esigenti, critiche frequenti o approvazione incoerente possono alimentare il perfezionismo disadattivo.
Anche l’autostima gioca un ruolo cruciale:
• Se alta, protegge dalla pressione sociale e sportiva.
• Se bassa, aumenta la vulnerabilità verso insoddisfazione corporea e comportamenti alimentari disfunzionali.
La testimonianza di Federica Pellegrini
Un esempio emblematico è quello della campionessa olimpica Federica Pellegrini, che, in occasione di una puntata del programma Ballando con le Stelle, trasmessa sabato 12 ottobre, ha parlato pubblicamente della sua difficile adolescenza e della lotta contro i disturbi alimentari.
“Dovevo essere sempre impenetrabile, con una corazza. Dovevo essere la prima della classe a scuola, a nuoto. Questa ricerca continua della perfezione prima o poi ti porta a esplodere. L’adolescenza è stata la mia esplosione.”
Il cambiamento del corpo durante la pubertà ha rappresentato per lei un momento critico:
“Il mio fisico non era più longilineo, c’è stato il cambiamento nel corpo di una donna e qualche problemino è arrivato. Da lì è crollato tutto il mio mondo.”
Federica ha sofferto di bulimia, un disturbo nato dal senso di disconnessione tra la propria immagine corporea e l’identità:
“Ho vissuto 36 anni in costume da bagno, davanti a tutti. Quando il tuo corpo passa da quello di bambina a quello di donna, non ti riconosci più. Questo non riconoscermi allo specchio mi ha portato ad avere questo problema psicologico. Mi ingozzavo di cibo dalla mattina alla sera e poi vomitavo tutto quello che avevo mangiato.”
Uscirne non è stato facile, ma è stato possibile grazie a una combinazione di fattori protettivi:
“Mi ha salvato il nuoto, perché non riuscivo più a performare, non ne avevo le energie. Poi l’amore della mia famiglia, perché sapevo di poter sempre tornare da loro. Ma soprattutto bisogna affidarsi a una persona professionale, perché è l’unica che può aiutare veramente.”
Testimonianze come quella di Federica Pellegrini sono preziose perché contribuiscono a rompere lo stigma attorno ai disturbi alimentari, a promuovere una cultura dello sportcentrata sulla salute, non solo sulla performance e mettere in luce l’importanza del supporto psicologico, dentro e fuori dal campo. Ci ricordano che lo sport può essere uno strumento straordinario di crescita, ma solo se accompagnato da un contesto educativo sano, da professionisti formati e da una cultura che metta al centro la persona, e non solo la performance.
A cura della Dott.ssa Isabella Canazza
Dott. Alessandro Bargnani | CEO Psicologi dello Sport Italia
Bibliografia
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Thompson, J. K., Heinberg, L. J., Altabe, M., & Tantleff-Dunn, S. (1999). Exacting beauty: Theory, assessment, and treatment of body image disturbance. Washington, DC: American Psychological Association.
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Fanpage. (2024, 13 ottobre). Federica Pellegrini soffriva di bulimia: “Mi ingozzavo di cibo poi vomitavo tutto, importante chiedere aiuto”. https://www.fanpage.it/ spettacolo/programmi-tv/federica-pellegrini-soffriva-di-bulimia-mi-ingozzavo-di-cibo-poi-vomitavo-tutto-importante-chiedere-aiuto/