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Quando il fischio finale diventa un nuovo inizio
- 14 luglio 2025
- Posted by: carlotta.ferrari01
- Categoria: Articoli

Hai mai pensato a che cosa succede quando il cronometro segna davvero lo 0:00 e non ci sono più stagioni da preparare? Per un atleta d’élite il ritiro permanente non è un’eventualità remota: è la tappa obbligata di ogni carriera. Prima o poi, anche chi ha alzato coppe e riscritto record deve fare i conti con un cambio di ruolo. Ma cosa spinge un top player a dire basta?
Infortunio che non perdona. Alcuni colpi non riguardano l’avversario ma il fisico stesso: legamenti, cartilagini o ricadute croniche che spengono sul nascere l’idea di un rientro.
Declino fisiologico della performance. Nessuno può sfidare le leggi della biologia: esplosività, tempi di recupero e resistenza calano, per quanto il continuo esercizio fisico mantenga il corpo ad un certo livello, non si può essere al proprio picco per sempre.
Pressioni e necessità esterne. Taglio dei budget, regolamenti federali, responsabilità familiari; sono fattori che decidono più in fretta di qualunque tabella di marcia, e possono segnare la fine di una carriera in casi particolari.
Scelta personale. C’è chi sente di aver dato tutto, chi desidera nuovi stimoli o, semplicemente, vuole godersi la vita oltre l’agenda delle gare.
Nonostante ciò, esistono ritiri temporanei o legati a maternità, ma il focus qui è il punto di non ritorno. Capire perché e come accade è la chiave per aiutare gli atleti – e chi lavora con loro – a preparare la rotta successiva.
Il ritiro per un atleta non è solo un periodo di confusione, ma molto spesso la mente e il corpo lo metabolizzano come lutto. Purtroppo, non è un’esagerazione: diversi studi mostrano picchi di ansia, depressione, disturbi del sonno e abuso di sostanze entro i primi 12-24 mesi, oltre ad una perdita percepita dello scopo nella propria vita; elementi molto comuni nel lutto. Ma la “ferita” cambia volto a seconda di come ci sei arrivato.
Ritiro volontario. Qui l’atleta è regista della propria uscita di scena. Prevalgono gratitudine e senso di pienezza: obiettivi raggiunti, controllo personale, narrative positive. Certo, un velo di malinconia resta, ma l’autostima regge e il benessere generale si ristabilizza di solito in meno di un anno.
Ritiro obbligato. Se è un infortunio o una decisione esterna a chiudere il sipario, la storia cambia: perdita di controllo, senso d’ingiustizia, identità che vacilla. Il rischio di sintomi depressivi raddoppia e il recupero emotivo si fa più tortuoso.
Quindi, come possiamo noi psicologi aiutare gli atleti a prevenire cali molto pesanti alla fine di una carriera? Affiancare studio o lavoro all’attività agonistica – la celebre dual career – è un ammortizzatore formidabile. Perché?
Identità multipla. Non sei “solo” un atleta, ma anche studente, tirocinante, giovane professionista.
Competenze spendibili. Lauree, certificazioni, soft skills: tutto ciò rende meno spaventoso il “fuori dal campo”.
Rete sociale allargata. Compagni di corso, colleghi, tutor: altri gruppi a cui appartenere.
La meta-analisi di Stambulova e Wylleman (2023) certifica che chi ha coltivato una dual career mostra minori livelli di distress post-ritiro e una transizione occupazionale più rapida. Non a caso l’ISSP raccomanda programmi di doppia carriera fin dalle giovanili.
l nostro intervento si snoda su tre fasi.
Prima del ritiro – seminiamo futuro. Con workshop sul ciclo di vita sportiva, bilanci di competenze e career planning, aiutiamo l’atleta a visualizzare scenari alternativi. Il Career Transition Model (Stambulova & Wylleman, 2019) è la mappa: fattori personali, ambientali e temporali si incastrano per costruire un “piano B” credibile. Un esempio pratico? A inizio stagione somministriamo un career readiness check-up: questionario, colloquio individuale e task concreti (dal corso online alla shadow experience in azienda).
Durante la transizione – gestiamo l’impatto. Nei primi sei mesi lavoriamo su accettazione emotiva (formati ACT brevi), ridefinizione identitaria e coaching logistico (casa, finanze, relazioni). Se il ritiro arriva per infortunio, integriamo moduli di coping con il dolore, in sinergia con fisioterapisti.
Post-transizione – consolidiamo la nuova rotta. Mentoring con ex atleti ricollocati, gruppi di sostegno basati sul Social Identity Approach e follow-up annuale per monitorare salute mentale e soddisfazione lavorativa. Un programma tipo? Sei colloqui individuali, due sessioni di gruppo, un evento di networking con potenziali datori di lavoro. Gli outcome? +25 % nel benessere percepito e oltre l’80 % di collocazione entro 12 mesi (Torregrosa et al., 2021).
Gli atleti imparano che preparare il “dopo” non significa tradire il “durante”, ma salvaguardarlo.
Il ritiro è inevitabile, ma non dev’essere un salto nel vuoto. Programmi evidence-based, dual career e counselling mirato trasformano un potenziale shock in un trampolino di crescita. Atleti, coach e organizzazioni che investono su questa preparazione scrivono finali di carriera capaci di aprire storie nuove, non di chiuderle
A cura del dott. Emanuele Conti.
Alessandro Bargnani CEO
Bibliografia
Barker-Ruchti, N., & Schubring, A. (2019). Moving on? Understanding athletic retirement. Sport in Society, 22(8-9), 1336-1351.
Gaston-Golan, D., & Schinke, R. J. (2023). Pressures beyond performance: socio-economic forces in sport retirement. Journal of Applied Sport Psychology, 35(1), 23-37.
Lavallee, D. (2022). Voluntary retirement and athlete wellbeing. International Review of Sport and Exercise Psychology, 15(3), 367-389.
Park, S., Lavallee, D., & Tod, D. (2020). Athletes forced to retire: Mental health outcomes. Psychology of Sport and Exercise, 46, 101610.
Stambulova, N., & Wylleman, P. (2019). Athlete Career Transition Model (2nd ed.). Malmö University Press.
Stambulova, N., & Wylleman, P. (2023). Dual career pathways and post-sport adjustment: A systematic review. Sports Medicine, 53(2), 251-270.
Torregrosa, M., Ramis, Y., & Cecilia, I. (2021). Post-sport life: Longitudinal mental health outcomes in retired elite athletes. Frontiers in Psychology, 12, 672126.