Goal Setting

Goal Setting psicologi dello sport andrea appierto

La definizione degli obiettivi è una delle tecniche maggiormente utilizzate nella psicologia applicata allo sport. È stato dimostrato come essa possa influenzare le prestazioni degli atleti di diversa età e livello ed è, inoltre, collegata a cambiamenti positivi in ​​importanti stati psicologici come l’ansia, la fiducia e la motivazione (Burton e Weiss, 2008). È sicuramente una tecnica che allenatori e psicologi dello sport dovrebbero utilizzare regolarmente. Tuttavia, la definizione degli obiettivi non è sempre impiegata efficacemente. In alcuni casi vi possono essere obiettivi inappropriati o generici che portano a presunzioni erronee che la fissazione di obiettivi possa automaticamente migliorare la prestazione. In altri casi, invece, possono mancare la sistematicità nel processo di goal setting e le procedure di valutazione degli obiettivi che sono necessarie per una pianificazione efficace degli stessi.

Per poter utilizzare questa tecnica diventa quindi importante comprendere come gli obiettivi possano influenzare la prestazione e considerare i diversi step del processo di fissazione degli obiettivi.

Goal setting e Performance

Il vecchio detto che non c’è niente di più pratico di una buona teoria è un modo appropriato per osservare il processo del goal setting. È importante sapere che la definizione degli obiettivi influenza la performance, ma è altrettanto importante comprendere come e perché la fissazione di obiettivi sia efficace nel contesto sportivo, soprattutto in situazioni in cui si verificano dei problemi legati agli obiettivi ed è quindi necessario valutarne e modificarne la pianificazione.

Sono state proposte diverse spiegazioni per descrivere come gli obiettivi influenzano le prestazioni; in particolare, Locke e Latham (2002) sostengono che gli obiettivi influenzano le prestazioni sportive in quattro modi. Primo, gli obiettivi dirigono l’attenzione e l’azione dell’atleta ad aspetti importanti dell’attività sportiva. Ad esempio, attraverso il goal setting un giocatore di basket indirizzerà l’attenzione e le successive azioni sul miglioramento di abilità specifiche, come il blocco o il tiro, piuttosto che avere l’obiettivo generale di diventare un giocatore migliore. Secondo, gli obiettivi aiutano l’atleta a mobilitare i propri sforzi. Per esempio, impostando una serie di obiettivi di prestazione, un nuotatore potrà mettere in campo un impegno e una dedizione maggiore nel tentativo di raggiungere tali obiettivi. Terzo, gli obiettivi non aumentano solo l’impegno immediato ma aiutano anche a prolungare lo sforzo e la persistenza. Come nel caso di un atleta che, fissando obiettivi a breve termine durante l’intero arco della stagione, mantiene alta la motivazione e la dedizione negli allenamenti. Infine, la fissazione efficace di obiettivi può comportare, negli atleti, uno sviluppo e un impiego di nuove strategie di apprendimento durante il processo di raggiungimento degli obiettivi. Ad esempio, si possono apprendere nuovi metodi di gestione delle proprie risorse ed energie in relazione agli obiettivi prefissati in collaborazione con il proprio allenatore o con lo psicologo dello sport.

Avere una destinazione ma soprattutto sapere come raggiungerla può incrementare la fiducia nelle proprie capacità grazie alla possibilità di verifica e monitoraggio dei progressi che si stanno ottenendo, raggiungendo così un maggiore senso di controllo e percezione di competenza nella propria disciplina.

c8bd4c2f-697f-462e-89e7-589c1e47e48dObiettivi S.M.A.R.T.

Un modello di pianificazione degli obiettivi molto efficace è quello S.M.A.R.T., progettato da  Doran (1981).

Vediamo quali caratteristiche deve rispettare un obiettivo ben strutturato:

Specifico: L’obiettivo fissato deve essere specifico, quindi deve essere chiaro, non vago e possibilmente proposto in positivo. In poche parole non deve generare ambiguità o lasciare margini ad interpretazioni.
Misurabile: un obiettivo deve essere misurabile. Cioè il loro raggiungimento o meno deve essere un fatto oggettivo, e non una valutazione soggettiva. Può tornare utile misurare la distanza dall’obiettivo prima, durante e dopo il suo raggiungimento, in modo da rendersi conto di quale è la direzione del lavoro che si sta svolgendo o che si intende svolgere.
Accessibile/Raggiungibile: l’obiettivo deve essere accessibile rispetto le proprie disponibilità (tempo, struttura, conoscenze, ecc.) e, di conseguenza, realizzabile.
Realistico/Rilevante: Un obiettivo deve essere importante e sfidante, obiettivi troppo semplici rischiano di demotivare, obiettivi troppo difficili possono diventare frustranti, con il medesimo effetto di far desistere.
Temporale: fissare una data definita entro quale raggiungere il proprio obiettivo.

Obiettivi e tempo

Un’ altra differenziazione che è possibile fare è quella che vede diversi obiettivi nel tempo:

Obiettivo a lungo termine: obiettivo che idealmente ci piacerebbe raggiungere avendo una prospettiva compresa tra 1 o 2 anni.
Obiettivo a medio termine: obiettivo che intendiamo raggiungere nell’arco di sei mesi.
Obiettivo a breve termine: obiettivo che intendiamo raggiungere nell’arco di un mese.

 Diversi tipi di obiettivi Earl-Nightingale-Success-Quote-People-With-Goals-Succeed-Because-They-Know-Where-Theyre-Going

In termini qualitativi è necessario differenziare:

Obiettivo di risultato: orientamento sull’esito di una competizione come vincere o perdere. Tipo di obiettivo nel quale vi è poco controllo. Se vengono investite troppe energie su questo tipo di obiettivo c’è il rischio di esercitare pressione sull’atleta.
Obiettivo di prestazione: connessi al miglioramento di un comportamento o di un’abilità ritenuti fondamentale per ottenere una buona performance. Alto grado di controllo.
Obiettivo di processo: rappresentano ciò che è necessario fare per acquisire una determinata abilità. Sono strettamente legati agli obiettivi di prestazione poiché indicano, nello specifico, cosa fare per raggiungerli.

Focalizzarsi esclusivamente sul risultato è negativo in termini prestativi. Questo principalmente per due ragioni:
1) Il controllo sul risultato non è totale.
2) Chi si focalizza sugli obiettivi di risultato adotta una strategia poco flessibile rispetto agli aggiustamenti che sono necessari nella pratica.

Importante: è bene portare l’attenzione su tutti e tre i tipi di obiettivi, poiché implicano piani differenti. Gli obiettivi di risultato e di prestazione sono molto utili in termini di motivazione, mentre gli obiettivi di processo possono aiutare a rimanere focalizzati sul compito.

Condivisione degli obiettivi 

La condivisione degli obiettivi tra l’atleta e tutte le figure professionali che lo circondano è di fondamentale importanza. A volte è possibile che non ci sia corrispondenza tra gli obiettivi della società, quelli dell’allenatore e dell’atleta. Questo può, tra le tante variabili, essere una situazione che pregiudica la prestazione. L’allenatore deve coinvolgere l’atleta il più possibile nella procedura di fissazione degli obiettivi. I nostri professionisti vi seguiranno nella pianificazione e nel monitoraggio durante il percorso, fornendo supporto anche a distanza.

Il lavoro per obiettivi non deve essere o trasformarsi in un’ossessione, ma deve essere semplicemente una procedura di lavoro.

A cura Del Dott. Appierto Andrea

Bibliografia

Burton, D., & Weiss, C. (2008). The fundamental goal concept: the path to process and performance success. In T. S. Horn (Ed.), Advances in sport psychology (pp. 339–375,470–474). Human Kinetics.

 

Doran, G.T. (1981). There’s a S.M.A.R.T. way to write management’s goals and objectives. Management Review, 70 (11), 35–36.

Locke, E. A., & Latham, G. P. (2002). Building a practically useful theory of goal setting and task motivation: A 35-year odyssey. American Psychologist, 57 (9), 705–717.